martedì 26 marzo 2013

TF Rescue Bots: resoconto puntata 10

La decima puntata di Transformers: Rescue Bots è stata trasmessa dall'emittente americana The Hub il 5 maggio 2012.

Il titolo è Deep Trouble, adattabile come “Grossi guai”, ma – come spesso accade con i titoli delle serie dedicate ai Transformers – c'è un gioco di parole che chiama in causa il tema della puntata. La storia, infatti, si svolge in mare (“Deep”, letteralmente “Profondità”, è un concetto che notoriamente ha a che fare con l'oceano).

Di seguito la trama e il commento:


Il sindaco Lusky si trova in barca con sua moglie, quando rischia di schiantarsi sugli scogli. Pertanto telefona allarmato a Doc Greene, lamentandosi del fatto che il faro non funziona. Ma in realtà lo scienziato ha risposto a una precisa direttiva di risparmio energetico diramata proprio dal sindaco e per questo ha reso la luce attivabile solo quando le barche si avvicinano alla costa, grazie a una complessa rete di sensori elettromagnetici. E' evidente che c'è un malfunzionamento sul quale bisognerà indagare. Intanto a salvare il sindaco ci pensano Dani e Blades.
Il giorno dopo, il Capo Burns riunisce la famiglia per l'annuale pesca: Kade, Grahm e Dani però stavolta non sono interessati a partecipare e, così, il Capo porta con sé Cody e i Rescue Bots. I Bot si ritrovano in questo modo a conoscere un nuovo aspetto della vita umana: lo sport marino e il rapporto con l'acqua salata.
Mentre si reca in mare aperto, il gruppo passa anche vicino al laboratorio di Doc Greene, che mostra loro uno dei sensori completamente distrutto. Nella stessa circostanza, lo scienziato regala a Cody anche una canna che pure sfrutta l'elettromagnetismo per individuare i pesci e rendere la pesca più proficua.
Così, la giornata di relax può iniziare, con i Bots che pure provano le gioie della pesca, sport che però Heatwave trova inutile e noioso. Dopo aver perso la sua canna da pesca, il robot usa quella di Doc Greene e in questo modo attira un enorme squalo meccanico. Si tratta di un sottomarino, e anche del responsabile della distruzione dei sensori di Doc Greene. I Rescue Bot tentano di fermarlo, ma non possono muoversi liberamente nell'acqua, dove affondano soltanto. Così il Capo Burns torna al laboratorio di Doc Greene per decidere il da farsi. Si decide di usare uno dei sensori dello scienziato per attirare lo squalo fra gli scogli, in modo da bloccarlo.
Nel frattempo la creatura meccanica si è fatta notare pure in città, rovinando la competizione di Miss Griffin Rock!
Il piano ha quindi inizio, ma lo squalo, sebbene attirato dal sensore usato dai Burns, preferisce ben presto accanirsi contro la nave del capitano Arthur Shaw, che pure sfrutta l'elettromagnetismo. I Rescue Bots sono costretti a entrare in azione e a lanciare un attacco sottomarino. Su ordine di Heatwave, usano la modalità veicolo per “guidare” sul fondo marino e poi si lanciano sullo squalo usando un relitto come rampa di lancio! Per il mostro meccanico la sconfitta è inevitabile.
Infine il Capo Burns apre lo squalo per scoprire chi si cela al suo interno, ma la macchina innesca l'autodistruzione: Blades, coraggiosamente, lo porta al largo per poi lasciarlo esplodere (rischiando anche di essere coinvolto nella deflagrazione).
Alla fine anche Kade, Dani e Graham, pentiti, raggiungono i familiari per la pesca e scoprono così l'incredibile avventura. Il solo Cody si chiede chi possa aver costruito il mostro e nota fra i suoi rottami lo stesso simbolo dei nano-bot...


Arrivata all'importante traguardo della decima puntata, la serie rischia di incorrere in una certa ripetitività, complice la struttura troppo semplice incentrata su un problema che i Rescue Bots sono chiamati di volta in volta a risolvere. Per fortuna gli sceneggiatori sembrano essersene accorti e quindi Deep Trouble segna un deciso passo in avanti: intanto viene confermata una delle carte predilette dalla serie, ovvero il citazionismo. Tutta la storia è infatti costruita attraverso continui rimandi alle storie “marine”, come Moby Dick o 20.000 leghe sotto i mari o, ancora, i film di pirati. Su tutte domina l'omaggio al capolavoro Lo squalo, di Steven Spielberg, del quale la puntata è quasi un celato remake (lo stesso capitano Shaw ammicca nel cognome all'attore Rober Shaw, che nel film interpretava il pescatore Quint).
L'altro elemento significativo è l'introduzione di un nuovo antagonista meccanico di grosse dimensioni (dopo i dinobot della prima puntata), che sembra ricordarci come questa sia una serie di robot, tanto che l'azione la fa da padrona e abbiamo persino una colossale esplosione nel finale! La scena peraltro anticipa di poco il finale de Il cavaliere oscuro: il ritorno... che Christopher Nolan o David Goyer siano segretamente dei fans di Transformers: Rescue Bots?
Infine, non meno importante, è l'evidente tentativo di costruire finalmente una continuity interna alla saga, attraverso il rimando ai nano-bot ealla puntata 6. Si comprende insomma come la serie non si accontenti più di vaghe minacce alla tranquillità cittadina, ma stia elaborando sottotraccia un percorso in grado di garantire solidità al progetto.
A scrivere stavolta c'è l'esordiente Christopher J. Gentile (in quella che rimarrà l'unica sua incursione nella serie, almeno per ciò che riguarda la prima stagione), mentre l'esperto Nathan Chew si occupa della regia.

Precedenti resoconti:

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